
Sono tornata! Avendo un cantiere aperto mi sono trovata a correre a destra e a sinistra senza avere il tempo di aggiornare il sito ma finalmente abbiamo raggiunto un momento di tregua.
Nella casa nuova abbiamo un terreno molto grande, una parte viene gestita dal contadino (per ora) mentre un pezzo più piccolo abbiamo deciso di renderlo orto e frutteto. Il terreno è molto fertile e facilmente lavorabile, essendo stato tagliato, anche durante gli anni di abbandono della casa, per fare fieno, non abbiamo trovato rovi o toppe.
Ho deciso di partire con poche piante, per ora ne ho messe una per qualità, non volevo esagerare come mio solito. Bisognava capire se attecchivano tutte, le necessità di ognuna, i parassiti e i possibili selvatici. Per ora ho piantato un melo, un pero, un ciliegio, un nocciolo, un pesco un albicocco e un prugno.
Ho preso quasi tutte razze antiche, più resistenti alle malattie e ai parassiti, autoctone e con gestione minima. Le uniche piante che possono considerarsi moderne sono il ciliegio e il pero. Ho fatto questa scelta poichè odio l’idea di riempirle di antiparassitari o concimi. Ho sempre avuto meli antichi e non ho mai dovuto mettergli niente, portavano tantissimi frutti, anche molto grandi, gli unici lavori che facevo erano la potatura e l’aggiunta di sterco a inizio inverno. Quando ho detto ai miei vicini agricoltori che non usavo pesticidi mi hanno guardato come se fossi un’aliena, dicendomi più volte che non sarebbe venuto nulla. Ho comunque deciso di continuare sulla mia strada e vedere come andava.
Dopo un anno dalla messa a dimora posso dire che hanno attecchito tutte benissimo. Il melo e il pero sono in perfetta forma, pieni di rami nuovi, radici salde e hanno portato frutti molto buoni. Idem per l’albicocco, il prugno e il ciliegio. Ora passiamo ai problemi (risolvibili ovviamente).
Il pero ha le formiche che salgono dal tronco e vanno a mangiare i frutti, ho trovato un metodo per ovviare al problema che proverò quest’anno. In pratica per non farle arrivare alla cima, bisogna prendere una bottiglia di plastica, tagliarla lateralmente e infilarla col collo che da verso la chioma chiudendola bene sulla punta. In questo modo le formiche dovrebbero salire tramite la bottiglia, ma essendo essa scivolosa non riuscirebbero ad oltrepassare il collo. Appena farà più caldo ci proverò e metterò le foto.
Il pesco si è perso la sua malattia classica, me lo aspettavo, un fungo che porta alla torsione della foglie e alla creazione di bolle rosse. In questo caso il primo anno ho semplicemente tolto tutte le foglie malate e le ho bruciate, pulendo bene la base dell’albero cercando di diminuire l’umidità del terreno. Quest’anno proverò qualche metodo naturale ma… conoscendo la malattia non sono sicura che possa funzionare al 100%, probabilmente in questo caso dovrò usare rimedi chimici.
Per il resto ho notato la presenza di cerbiatti, hanno mangiato la corteccia di due piante, grazie al cielo sono ancora vive ma meglio correre ai ripari. In questo caso, avendo avanzato della rete, proverò come prima cosa a cintare ogni pianta in modo da impedirgli di mangiarle, in un secondo momento recinterò il terreno definitivamente.
Questo è quanto. In questo momento stò pensando di aggiungere qualche pianta nuova, stavo anche valutando di mettere qualche vite con uva da tavola. Nei prossimi articoli cercherò di descrivere singolarmente le mie piante con tutte le loro problematiche e soluzioni.
A presto!